quarantena e isolamento

Quarantena e isolamento

L’autunno ci ha fatto ripiombare nell’emergenza da Covid-19: i casi di contagiati aumentano giorno dopo giorno e la sensazione che sia tutto più vicino, più prossimo a ciascuno di noi, è evidente. Classi in quarantena, genitori in isolamento e poi tamponi, test sierologici, sintomatici negativi, asintomatici positivi… Quel che succede a cascata, in caso di positività, è spesso un percorso tortuoso in cui il buon senso del singolo individuo gioca un ruolo sempre più fondamentale.

Vorremmo provare a fare un po’ di chiarezza nell’interpretare e utilizzare in modo corretto le varie terminologie riferite all’emergenza sanitaria in corso. Ci aiuteremo con la fonte ufficiale, ovvero il Ministero della Salute e con personaggi di fantasia che ci daranno una mano a riproporre situazioni molto vicine a noi.

Edoardo ha 9 anni e frequenta la quarta elementare. Un giorno, mentre la lezione di geografia procede sonnacchiosa, la maestra riceve la comunicazione che Filippo, un compagno di Edoardo, è risultato positivo al Covid-19 dopo aver fatto un tampone (test molecolare) in seguito a febbre (37,5), mal di testa e mal di gola. Filippo rientra dunque nella categoria dei positivi sintomatici. La classe di Edoardo è messa immediatamente in quarantena, poiché ogni bambino risulta essere un contatto stretto del compagno positivo.
Che cosa succede ora a Edoardo, a Filippo, ai genitori e ai fratelli?

QUARANTENA

Per il Ministero della Salute con “quarantena” ci si riferisce alla “restrizione dei movimenti di persone sane per la durata del periodo di incubazione, ma che potrebbero essere state esposte ad un agente infettivo o ad una malattia contagiosa, con l’obiettivo di monitorare l’eventuale comparsa di sintomi e identificare tempestivamente nuovi casi.”

Nel nostro caso, questo provvedimento è preso per Edoardo e i suoi compagni, ovvero i contatti stretti, siano essi asintomatici o sintomatici, con Filippo, la persona positiva. Edoardo, asintomatico, prima di poter uscire nuovamente da casa dovrà trascorrere un periodo di quarantena di 14 giorni dall’ultimo contatto avuto con Filippo, oppure di 10 giorni, con un tampone o test antigenico negativo dopo il decimo giorno. E per i genitori e i fratelli di Edoardo? Ovvero per “contatti stretti” di un contatto stretto con Filippo? Per loro non è previsto alcun periodo di quarantena, né la necessità di sottoporsi a test diagnostici di alcun tipo.

I contatti stretti sintomatici possono invece uscire nuovamente da casa sempre dopo 10 giorni dall’ultimo contatto con Filippo, però a fronte di una scomparsa dei sintomi e di un test antigenico o molecolare negativo dopo il decimo giorno.

ISOLAMENTO

Si tratta della “separazione delle persone infette dal resto della comunità per la durata del periodo di contagiosità, in ambiente e condizioni tali da prevenire la trasmissione dell’infezione.” Si parla di isolamento in relazione alle persone positive al tampone, sia sintomatiche, sia asintomatiche.

Tornando ai nostri amici, Filippo, il quale aveva sintomi riconducibili al Covid-19 (febbre, mal di testa e mal di gola), si trova in isolamento e dovrà aspettare almeno 10 giorni dalla comparsa dei sintomi e poi fare un ulteriore tampone dopo 3 giorni senza sintomi. Se invece Filippo fosse risultato positivo al tampone, ma non avesse palesato sintomi, dovrebbe rispettare un periodo di isolamento di 10 giorni dalla sua positività e poi, al termine del decimo giorno, fare un tampone che dovrebbe risultare negativo.

Può accadere che Filippo non si negativizzi, ovvero che, sia che fosse sintomatico, sia che fosse asintomatico, passato il periodo di isolamento e in assenza di sintomi il tampone risulti comunque positivo. In questo caso si consultano gli esperti e si valuta se interrompere comunque l’isolamento dopo 21 giorni dalla comparsa dei sintomi.

Redazione Benvita
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