inquinamento e allergie

Inquinamento e allergie:
quale relazione?

A molti sarà capitato, in questo periodo di emergenza sanitaria, di ritrovarsi in lunghe code al supermercato, bardati di guanti e mascherine e sentire sopraggiungere il bisogno di fare un colpo di tosse o, peggio ancora, di starnutire, azioni di per sé assolutamente normali, ma di questi tempi entrambe facilmente riconducibili ad alcuni dei sintomi del Covid-19.
Certi però di non essere affetti dalla malattia del momento, il problema si sarà trasformato in come convincere i vicini di coda di non essere un untore in libera uscita, ma soltanto uno dei tanti, innocui, soggetti allergici alle prime fioriture, ma non solo.
Già, perché i pollini più allergenici sono quelli appartenenti a piante prive di fiori la cui impollinazione non è affidata all’attività degli insetti, ma all’intensità e alla direzione del vento capace di svolgere il ruolo di diffusore anche a distanza di centinaia di chilometri.

QUANTI SONO I SOGGETTI ALLERGICI?

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità tra il 10 e il 40% della popolazione mondiale soffre di qualche forma di allergia. In Europa la principale manifestazione di allergie stagionali è la rinite allergica, con un trend in crescita negli ultimi anni, che riguarda il 10-20% della popolazione. In base ad una proiezione effettuata dall’Accademia Europea per le Allergie e l’immunologia Clinica, nel giro di 15 anni più del 50% della popolazione europea soffrirà di qualche tipo di allergia.

La rinite allergica in Italia riguarda fino al 15-20% degli individui e si manifesta soprattutto con congiuntivite, congestione nasale, naso che cola, starnuti ed eruzioni cutanee.

LEGAME TRA INQUINAMENTO E ALLERGIE

L’Istituto Superiore di Sanità rende noto di come i pollini possano aumentare il potenziale allergenico in presenza di cambiamenti climatici combinati con l’inquinamento atmosferico. Il risultato è un forte aumento dei rischi per la salute respiratoria.

L’inquinamento può generare conseguenze dirette e indirette sulle sostanze che causano allergie. In maniera diretta l’inquinamento altera la composizione dell’aria, attraverso l’emissione dei gas di scarico delle automobili o di altre sostanze derivate dall’attività di alcune industrie che concorrono a creare il particolato. Ma le conseguenze indirette più pesanti generate dagli inquinanti sono l’indurre nei pollini un aumento dell’espressione delle proteine allergeniche.
In maniera indiretta, invece, l’inquinamento modifica il clima alterando le temperature e la frequenza delle piogge, cambiando, di fatto, modi e tempi di rilascio dei pollini.
La conclusione di questi processi è una maggiore esposizione ai vari tipi di allergeni e il conseguente maggior rischio di comparsa di allergie.

COVID 19 E INQUINAMENTO

Essere stati sottoposti a più di 70 giorni di lockdown a causa del Covid 19, ha portato sicuramente a conseguenze negative in molti campi, non di certo per quanto riguarda l’ambiente. Secondo il “Center for research on energy and clean air” la chiusura totale imposta da quasi tutti i governi europei ha generato nel nostro continente una riduzione media del 40% delle emissioni di biossido di azoto (gas prodotto da impianti di riscaldamento e motori dei veicoli) e del 10% del PM10, evitando la morte di 11 mila persone.

In Italia il calo è stato del 43% di biossido di azoto e del 5% di PM10, con un calo dei decessi per inquinamento di 1500 individui. Tale conclusione è stata contestata da altri studiosi che imputano il calo del PM10 a concomitanti condizioni atmosferiche, mentre ci si trova in linea per quanto riguarda il biossido di azoto.

Bisognerebbe riflettere però su qualcosa che risulta alquanto evidente, ovvero sul legame tra inquinamento e allergie e sull’altrettanto ovvia correlazione tra attività umana e inquinamento. Sarebbe una riflessione che potrebbe portare ad un investimento sull’ambiente e, di conseguenza, sulla nostra salute. Un aiuto in questo senso può arrivare sicuramente dagli specialisti del centro Benvita Medica che possono essere prenotati nella sezione PRESTAZIONI SANITARIE (fai clic qui).

(Fonti: ISS, OMS, Ansa)

Redazione Benvita
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